Short fairy Tales for Adults

Mostra personale di Driant Zeneli

A cura di Claudio Zecchi 

KORA - Centro del Contemporaneo (Castrignano de' Greci, Italy)










Short Fairy Tales for Adults (Brevi favole per adulti) è una mostra dell’artista Driant Zeneli composta da tre differenti lavori realizzati tra il 2022 e il 2023: una serie di undici disegni dal titolo The Snail and the Ostrich (La Lumaca e lo Struzzo), un video dal titolo The leaf (La foglia), primo capitolo della nuova trilogia The Valley of the Uncanny Lovers, e infine una nuova e inedita produzione realizzata per la residenza ospitata da Ramdom, e terza delle favole della serie Short Fairy Tales for Adults, dal titolo The Ostrich and the Ladybug (La Coccinella e lo Struzzo).
Questi nuovi lavori impongono, in modalità e con media differenti il simbolismo di una realtà fatta di sogno. Una realtà che apre a mondi in cui tutti gli aspetti, anche quelli con le caratteristiche più faticose, angoscianti o perturbanti, gli incubi stessi, possono assumere una connotazione positiva. Una realtà in cui la mancanza diventa la guida per trovare su un piano evocativo, poetico ed emozionale un ribaltamento dell’ordine quotidiano.
Questi elementi, come dice l’artista stesso, producono una <<sfida ai limiti fisici e intellettuali mettendo in scena situazioni ironiche e oniriche, a volte assurde>> .
La Coccinella e lo Struzzo <<vivevano entrambi nel giardino di un antico palazzo, separati da un muro alto fatto di mattoni di pietra di tufo. La coccinella e lo struzzo non si erano mai conosciuti e non sapevano dell’esistenza l’uno dell’altra. Ciò che li accomunava era la grande curiosità di sapere cosa ci fosse oltre quelle alte mura che sembravano mattoni di sabbia>>. Inizia così la favola che Driant co-scrive appositamente per questa occasione e questo contesto con Mimmo Pesere .
Come le altre, ad esempio La Lumaca e Lo Struzzo, realizzata con la psicoanalista e filosofa lacaniana Leeanne Minter, queste nascono da un meccanismo giocoso e di scambio che prevede poche regole: l’inversione di ruoli paziente-terapeuta; la presenza di due animali di cui uno, l’artista, è sempre lo struzzo mentre l’altro viene scelto di volta in volta dal terapeuta; un’architettura; e un processo di trasformazione.
In queste è quindi possibile ritrovare alcuni elementi ricorrenti nel lavoro di Driant: la costruzione di un’opera attraverso un processo, spesso collaborativo, in cui l’artista accetta la perdita di controllo. Le nuove opere nascono infatti da una collaborazione, oltre che con Mimmo Pesare, con Roberto e Gabriele, artigiani della cartapesta che insieme a lui costruiscono le due sculture; l’utopia e il sogno come elementi capaci di indagare e ridiscutere il presente; e l’ossessione per la gravità, in questo caso connaturata nello struzzo, un animale dotato di ali ma incapace di volare.
Ancora una favola, dunque, non per bambini ma per adulti. Una favola, così come le altre, dal sapore agrodolce e dal finale imprevisto, certamente grottesco e dark, che non prevede un insegnamento o una morale.
Ma, del mondo delle favole, anche quelle di Driant preservano una caratteristica formale: sono scritte in maniera particolarmente asciutta ed iniziano da un qui, in questo caso un palazzo antico, <<un mondo stabile, un mondo abitato, un mondo che il protagonista pensa sia il suo mondo>> . Un mondo che presto o tardi viene messo in crisi dal dubbio e dal tentativo, prima dello struzzo, poi della coccinella, di trovare altro.
Sono quindi il contesto e i protagonisti, generalmente due nelle favole di Driant e non uno come avviene abitualmente, che con le loro mancanze e affascinanti potenzialità , attivano un’ipotesi di racconto. Lo struzzo e la coccinella, infatti, mossi dalle loro inquietudini e frustrazioni cercano di trovare altro passando attraverso un processo di trasformazione: lo struzzo che non riesce a volare anche se ha le ali, ma pensa di saperlo fare e vuole vedere cosa ci sia oltre le mura del castello; e la coccinella che, sentendosi diversa da tutte le altre perché ha solo sei punti neri, si mette alla ricerca del settimo. La trasformazione di sé stessi e del mondo attorno diventa così la spinta che li conduce, in modo completamente diverso, a raggiungere una grotta in cui il mondo che c’era prima cambia costringendo i due animali a cambiare nel tempo le proprie abitudini. 
A questo punto della trasformazione che li porta a convivere pacificamente ci si aspetterebbe il lieto fine e invece, la coccinella e lo struzzo, prima vedono fallire ogni loro tentativo di evasione da quella che è diventata una <<prigione naturale>>, e poi vengono colpiti da un fulmine e calcificati.
L’unico modo in cui riescono a muoversi è quello che possiamo vedere in mostra: attraverso piccoli e scattanti movimenti robotici. 
La transizione e la metamorfosi sono un elemento che possiamo rintracciare anche in altri lavori dell’artista: è il caso ad esempio del video The leaf (La foglia) primo capitolo della serie The Valley of the Uncanny Lovers (La valle degli amanti misteriosi). Qui una foglia invoca l’aiuto del vento per raggiungere un fiore, oggetto del suo amore platonico, che vive a terra. Quando riesce nel suo intento si accorge che in realtà il fiore è una batteria al litio senza vita con la quale, nonostante la scoperta, decide di voler vivere fino alla fine. Una fiaba, anche questa inquietante per certi versi, che descrive, nel tentativo di indagare <<lo spazio quotidiano negli edifici modernisti degli anni '70/'80>>, un sentimento perturbante che anima una relazione tra artificiale e naturale.
Tutti i lavori e le storie presenti nella mostra sono quindi attraversati da un forte potere evocativo: sono espressione, e allo stesso tempo depositarie, di un immaginario che viene da lontano; mettono in moto la vita interiore e allo stesso modo ci costringono a farci delle domande o per lo meno a cambiare il nostro punto di osservazione. Alcune, quelle classiche, le possiamo interpretare e spiegare da cima a fondo, per altre, come quelle di Driant che sono spesso irrisolte e ci lasciano davanti ad un finale aperto, dobbiamo desistere. 
La funzione trasformativa della realtà attraverso la funzione poetica implica quindi una forte critica alla nostra idea convenzionale di verità, indica un’azione non pacificata dell’opera e implica, infine, un abbandono della coerenza logica ma l’uso, come nel caso del lavoro di Driant, dello slancio utopico e del sogno come <<elementi capaci di aprire alternative possibili>> .

Testo di Claudio Zecchi

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KORA is delighted to present Short Fairy Tales for Adults, a solo exhibition by the artist Driant Zeneli. 
Short Fairy Tales for Adults addresses themes of quixotic desire, self-realisation and the contradictory nature of utopias. The exhibition features a series of eleven drawings titled The Snail and the Ostrich (2023), the first of the three-part video installation series The Valley of the Uncanny Lovers, titled The Leaf (2023), and finally The Ostrich and the Ladybug (2023) - a new body of work and the third fairy tale of the Short Fairy Tales for Adults series, created during the artist’s recent residency with Ramdom, here, in Castrignano de’ Greci.
Although Zeneli has chosen diverse visual media to animate each of the three fairy tales featured in the exhibition, the stories mirror each other narratively and stylistically. The protagonists diverse pursuits for self-fulfilment drive the narratives; in The Ostrich and the Ladybug, the Ostrich cannot fly despite having wings and the Ladybug, left feeling different from her peers because she only has six black spots, sets out to find her seventh. Similarly, in The Leaf, Tinny is animated by its desire for platonic companionship and wishes to meet a flower that it has fallen in love with and lives on the ground below it. Inspired by French psychoanalyst Jacques Lacan and his theory on the intimate interplay between desire and lack, Zeneli toys with the notion of quixotic desire. The characters in Zeneli’s tales are activated in a quest to rectify what they perceive as missing or ‘lacking’ in themselves. Ultimately and somewhat ironically, in The Ostrich and the Ladybug, it is this desire to self-correct that leads the protagonists to their untimely downfall. 
Zeneli’s Short Fairy Tales for Adults have a characteristically dry style and deviate from both the ‘happy-ending’ and intended audience of the fairy tale genre. In The Ostrich and the Ladybug, the story ends abruptly and without catharsis. The protagonists fail to escape their “natural prison,” and are revealed many years later as fossils. This inability for the Ostrich and Ladybug to triumph over adversity presents an aberration to the typically idealistic denouement of fairy tales. Similarly, in The Leaf, when Tinny finally reaches the ground, it realises that what it thought was a flower, was in fact a lithium battery. Through the anti-climatic ending to his stories, Zeneli refuses to present us with a simple resolution or an easily consumable moral to the story. Instead Zeneli situates the reader/spectator in an encounter which he describes as producing a “challenge to our physical and intellectual limits, enacting ironic and dreamlike, and sometimes absurd situations”. These fairytales, infused with wry cynicism, encourage an interrogation into desire, self-realisation and the notion of utopia. 
Zeneli’s artistic process is collaborative; all three of the works featured in the exhibition have been co-authored. The Snail and the Ostrich, co-written with the French Lacanian psychoanalyst and philosopher Leeanne Minter, The Ostrich and the Ladybug co-authored with Mimmo Pesere and The Leaf, a collaboration between Zeneli and the students of the Faculty of Dramaturgy in Belgrade. The Snail and the Ostrich was conceived based on individual conversations between Zeneli and the psychoanalysts of the Jonas Psychoanalytic Clinic Center of Trento. Playing on the reversal of roles between patient and analyst, the artist constructed a “session” with each analyst aimed at creating a different fairy tale with two animals, one chosen by Zeneli and the other by the analyst, as the protagonists of the tale. Zeneli has also collaborated with Roberto and Gabriel, two artisans specialising in papier-mâché to build the sculptures for his new body of work, The Ostrich and the Ladybug. Although Zeneli’s process is dialogical and involves a relinquishing of artistic control, themes such as metamorphosis, utopia, gravity and the relation between the natural and technological world, remain integral to his work. 
Through his series of drawings, video installations and kinetic papier-mâché sculptures, Zeneli brings the fairy tales to life, weaving the fantasy world into our reality. The viewer is immersed into an alternative world, one where reality is infused with dreamlike, absurd and sometimes ironic “elements capable of opening possible alternatives.”

Text by Claudio Zecchi

Note

1-Dal sito dell’artista https://driantzeneli.com/who-is-he/

2-La Coccinella e lo Struzzo è la seconda delle favole della serie Brevi favole per adulti che trova una definizione formale dopo La Lumaca e Lo Struzzo scritta e realizzata durante la residenza Waiting Room Residency a Trento (2022). Le altre fiabe, alcune delle quali sono state già scritte ma non realizzate, e altre che saranno presto realizzate verranno pubblicate in un libro che le raccoglierà tutte.

3-Mimmo Pesere è Coordinatore Scientifico del Centro di Ricerca del Dipartimento di Scienze umane e sociali "Laboratorio di Studi Lacaniani", presso l'Università del Salento.

4-Federico Campagna, Favole della Realtà, Public program | Maurizio Cattelan, lecture in occasione di bookcity, 18-11-2021 Pirelli HangarBicocca https://www.youtube.com/watch?v=8vt-GmZQSFI 

5-Wu Ming 2, La salvezza di Euridice, in New Italian Epic. Letteratura, sguardo obliquo, ritorno al futuro, Einaudi stile libero, 2009

6-Dobbiamo cioè accettare che non tutto può essere spiegato e così facendo possiamo, come dice Gianni Celati a partire dall’interpretazione che Dan Mac Call fa del famoso “preferirei di no” tipico del Bartleby di Melville, uscire <<[…] dal miraggio universitario: cioè dal miraggio di poter spiegare, con documenti alla mano, qualcosa che è destinato a restare impensabile senza cambiare le abitudini del pensiero o le abitudini di vita>>. Herman Melville, Bartleby lo scrivano, edizione a cura di Gianni Celati, Feltrinelli, Milano, pag.110

7-Dal sito dell’artista https://driantzeneli.com/who-is-he/ 


INFO