Parla del tuo villaggio

Mostra collettiva

A cura di Claudio Zecchi e Paolo Mele

KORA - Centro del Contemporaneo





                                                          Foto Courtesy Bianco - Valente

Inaugura il 21 luglio Parla del tuo Villaggio, secondo capitolo di una ricerca a lungo termine sul tema dell’abitare, che accompagnerà la programmazione artistica di KORA – Centro del Contemporaneo, negli spazi del Palazzo Baronale De Gualtieriis a Castrignano de’ Greci. Congiuntamente, sarà inaugurata anche l’opera permanente del duo di artisti Bianco-Valente.

La mostra, a cura di Paolo Mele e Claudio Zecchi, è la prima di tre allestimenti che si succederanno nel corso dell’anno con l’intenzione di integrare una visione più complessa attraverso un corpo ampio e plurale di voci, che si diramano attraverso formati differenti come masterclass, talk, proiezioni e performance.

Se il capitolo sulla casa, Home Sweet Home – esplorazioni dell’abitare, è stato un modo per interrogarsi sulla dimensione istituente di un Centro di produzione e ricerca sul contemporaneo, quello sul Villaggio è invece un modo per riflettere su cosa significhi fare produzione culturale in un’area liminale, in un piccolo centro, coinvolgendolo in tutte le sue maglie.

Occasione di una riflessione più ampia sulle potenzialità offerte da un villaggio, è stato il workshop di arte pubblica realizzato presso KORA nell’estate del 2021, coordinato dal duo di artisti Bianco-Valente.
Risultato del workshop un murale dal titolo A chi appartieni firmato collettivamente dai partecipante, realizzato presso l’Istituto Comprensivo Corigliano d’Otranto-Melpignano-Castrignano de’ Greci e l’opera permanente Parla del tuo Villaggio di Bianco-Valente.Questa, una scritta al led installata sul frontone dell’ingresso ovest di Palazzo de’ Gualtieriis, dà il titolo all’intera mostra, divenendo anche uno statement dell’intenzione di aprire e rendere organica la proposta culturale all’interno del territorio in cui si opera. La scritta prende le mosse da una citazione del poeta russo Lev Tolstòj che, integralmente, recita: «Se vuoi essere universale parla del tuo villaggio». Con questa frase s’intende affermare che prendersi cura di una piccola città situata in una ideale linea marginale, significa prendersi cura della vita umana nella sua essenza e nei suoi estremi e, quindi, anche della sua cultura.

Se il titolo della mostra s’ispira all’opera di Bianco-Valente, due sono invece i testi che ne strutturano la base teorica: Utopie realizzabili (1974) di Yona Friedman e Aldilà delle isole galleggianti (1985) di Eugenio Barba che intendono indagare la possibile spinta utopica che risiede nei piccoli gruppi, nei movimenti marginali e nella forza del lavoro collettivo.

Gli artisti coinvolti in questo primo allestimento, che prevede opere già esistenti ma rivisitate per l’occasione come Sgarida/Voice of the Valley di Enzo Umbaca o untitled [anarchitettura] di Andrea Nacciarriti, o nuove produzioni come l’installazione video di Theodoulos Polyviou e Alfatih According to some e i Fatterelli di Giuseppe De Mattia, alimentano uno slancio verso un’idea dell’abitare, che apre a possibilità più ampie, in cui realtà e finzione si integrano maturando e mantenendo un continuo rapporto dialettico tra di loro.

Così come il primo allestimento, anche il secondo prevede la presenza di opere già prodotte e riadattate per l’occasione e nuove produzioni pensate appositamente.

Le nuove opere di Ruth Beraha, Riccardo Giacconi, Roberto Fassone e Ugo La Pietra, integrano e rafforzano quella dimensione narrativa e di messa in scena che i Fatterelli di De Mattia e According to some di Polyviou e Alfatih avevano già lasciato presagire nel corso primo allestimento. Un elemento questo di fondamentale importanza se si considera il contesto culturale in cui si opera: un territorio in cui tanto il Griko, lingua che deriva del greco antico e giunge a noi per trasmissione orale, quanto la certezza delle fonti rimettono costantemente in discussione il rapporto tra realtà e racconto.

L’opera di Polyviou e Alfatih, che chiude l’allestimento della mostra, apre un ponte al terzo e ultimo allestimento in cui la dimensione utopica troverà, infine, un forte posizionamento.

Cultura balneare di Ugo La Pietra, che verrà restituito in forma di dispositivo narrativo composto da fotografie, appunti e libri, è in particolare un progetto che sarà esposto per la prima volta in un’istituzione italiana. Realizzato negli anni Ottanta, Cultura balneare è un progetto che raccorda il lavoro che La Pietra fa negli anni Sessanta quando percorreva le “periferie urbane” alla ricerca delle “culture marginali”. Qui <<una serie di mostre e di seminari ripropongono all’attenzione i comportamenti, le forme, i segni di una “cultura autonoma”, quale quella balneare, in grado di produrre un sistema di segni dove egli trova ulteriori suggestioni per i suoi disegni, quadri e oggetti>>.

Gli artisti coinvolti nel terzo e ultimo allestimento, Debora Delmar, Gianni Pettena e gli artisti partecipanti masterclass di Default 22 dal titolo Floating Island integrano e rafforzano attraverso il gioco e l’inganno visivo quella dimensione utopica che prende le mosse proprio dal testo di Friedman. L’opera di Gianni Pettena in particolare, che chiude l’allestimento della mostra, apre, attraverso il corpo un effetto di lavorazione dello spazio giocato tra reale e immaginario. La figura che discende verso il fiume per poi scomparirvi produce infatti elementi dell’immaginario costringendo all’attenzione e alla consapevolezza dello spazio fino a dargli una fisicità che per l’osservatore assume la stessa valenza di elementi di un contesto reale.

In continuità con la mostra precedente anche Parla del tuo Villaggio avrà la durata di un anno: 21 luglio 2022 – giugno 2023.

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Paint your own Village is, after Home Sweet Home - exploring living spaces, the second chapter of long-term research on the theme of inhabiting, which will accompany the artistic programming of KORA-Contemporary Arts Center for the next years.

The exhibition, curated by Paolo Mele and Claudio Zecchi, is the first of three set up that will take place over the course of the year with the intention of integrating a more complex vision through a large and plural body of voices that will be unfold through different formats such as masterclasses, talks, screenings, and performances.

If the chapter on the house intended to investigate the institutional dimension of a Contemporary Arts Center devoted to research and production, that on the Village aims to reflect on what does mean to make cultural production in a liminal area or a small center.

The public art workshop held at KORA in the summer of 2021, coordinated by the duo of artists Bianco-Valente, was the key to begin to systematize a broader reflection on the potentiality offered by a village that seeks to transform its limits into points of strength.
The result of the workshop is a mural entitled A chi appartieni, signed collectively by the participants and made at the Istituto Comprensivo Corigliano d'Otranto-Melpignano-Castrignano de’ Greci and the permanent work Parla del tuo Villaggio in Bianco-Valente.This work, a LED writing installed on the pediment of the west entrance of Palazzo de 'Gualtieriis, gives the title to the entire exhibition and represents at the same time a statement regarding the intention to open and make organic the cultural proposal of the Art Center within the territory in which it operates. The writing starts from a quote by the Russian poet Lev Tolstoj: "If you want to be universal, paint your own village." A phrase by which is meant that taking care of a small village located in an ideal marginal line, means taking care of the human life in its essence, its extremes, and, therefore, its culture.

If the title of the exhibition is inspired by the work by Bianco-Valente, two books are its theoretical basis: Realizable Utopias (1974) by Yona Friedman and Aldilà delle isole galleggianti (1985) ("Beyond floating islands”) (1985) by Italian theater director Eugenio Barba. The books intend to investigate the potential utopian thrust that resides in small groups, in "marginal movements" and in the force of collective work (or collectively activated).

Artisti / Artists (primo allestimento / first setup):

Bianco-Valente, Filippo Berta, Carlos Casas, Francesco Cavaliere, Luigi Coppola, Giuseppe De Mattia, Alessandra Eramo, Claudia Losi, Theodoulos Polyviou e Alfatih, Andrea Nacciarriti, Enzo Umbaca, Marco Maria Zanin.

Performance:

Alessandra Eramo

Opera permanente / Permanent artwork:

Bianco-Valente

Murale collettivo / Collective Murales*:

Grazia Amelia Bellitta, Paolo Bini, Alice Caracciolo, Alice Di Nanna, Elena Eugeni, Sara Fiorentino, Rebecca Fuso, Nicola Guastamacchia, Vincenzo Luchena, Mariantonietta Clotilde Palasciano, Rossana Viola, Apo Yaghmourian

*Il murale è un progetto del Comune di Castrignano de’ Greci, coordinato da Bianco Valente, prodotto e curato daRamdom, realizzato da 167/B street nel maggio del 2022 con il contributo della Regione Puglia – “Street Art – La cultura si fa strada”.

Artisti / Artists (secondo allestimento / second setup):

Bianco-Valente, Ruth Beraha, Filippo Berta, Carlos Casas, Luigi Coppola, Giuseppe De Mattia, Alessandra Eramo, Roberto Fassone, Riccardo Giacconi, Ugo La Pietra, Andrea Nacciarriti, Theodoulos Polyviou e Alfatih.

Artisti / Artists (terzo allestimento / third setup):

Bianco-Valente, Ruth Beraha, Collettivo Default 22, Debora Délmar, Alessandra Eramo, Roberto Fassone, Riccardo Giacconi, Ugo La Pietra, Gianni Pettena

INFO


Progetto Grafico a cura di Grazia Amelia Bellitta