Un'opera di Ludovica Carbotta
Kora - Centro del contemporaneo (Castrignano de' Greci, Italy)
Ludovica Carbotta è la prima artista senior del secondo anno del progetto di residenze dal titolo “Ogni casa è un villaggio”. Il progetto di Carbotta prevede la realizzazione di un’opera pubblica, un organismo temporaneo e diffuso che fa da cerniera tra il paese, Castrignano de’ Greci, e KORA – Centro del Contemporaneo.
Organism nasce dall’intenzione di utilizzare il Parco delle Pozzelle a Castrignano de’ Greci come luogo generativo e al contempo di restituzione. In antichità ciascuna Pozzella veniva affidata alle cure di singoli gruppi familiari che ne beneficiavano attraverso il consumo dell’acqua raccolta. Riflettendo sul funzionamento di questo sistema, al contempo individuale e collettivo, ha preso forma l’idea di un organismo. L’opera è una struttura composta da numerosi elementi indipendenti che, quando uniti e giustapposti, si sostengono a vicenda in una forma collettiva e funziona come scultura solo quando i diversi elementi non sono utilizzati, quindi messi a riposo. I singoli elementi hanno la forma di piccoli veicoli, barelle, lettighe o portantine e sono concepiti per trasportare libri o trasformarsi in piccole tane o nidi quando installate alle Pozzelle loro punto di arrivo.
L’opera e la proposta didattica nascono nel dialogo tra la Biblioteca di KORA e il Parco delle Pozzelle. Le attività che verranno realizzate nei prossimi mesi saranno rivolte ai bambini e alle loro famiglie, che potranno prendersene cura – proprio come le famiglie nel passato – utilizzandole per trasportare i libri dalla biblioteca di al Parco.
Acqua, aria, terra, fuoco, sopra, sotto, buio, luce è il titolo dell’attività di Biblioteca proposta. Otto squadre, ognuna associata a un modulo della scultura, a un tema e a una pozzella. Una caccia al tesoro in biblioteca, una passeggiata nel borgo e un’attività di orienteering e laboratoriale nel parco, per trovare la giusta combinazione e completare una mappatura di storie e suggestioni.
La tua è un’opera modulare che può essere fruita come nucleo unico – scultura/architettura – quando è installata nella corte di Kora o nella singolarità dei veicoli che la compongono quando è installata al parco delle Pozzelle. I veicoli servono per portare i libri della biblioteca di Kora e quando installati al parco funzionano come dei nidi, rifugi per i bambini. Come hai pensato di mettere in relazione Kora, la sua biblioteca e le attività, con il parco e la sua storia?
La mia intenzione iniziale era proprio quella di lavorare con i bambini di Castrignano, con o per loro. Inoltre da subito avevo immaginato di costruire un progetto che potesse far parte dello spazio pubblico, dalla sua costruzione alla sua fruizione. Nel primo sopralluogo a Castrignano Ada, responsabile delle biblioteca di Kora, mi ha accompagnato a visitare il parco delle Pozzelle. Sono rimasta affascinata sia dalla dimensione formale di questo luogo che dalla sua storia così ho deciso di mettere insieme le mie suggestioni iniziali con l’ascolto del luogo e delle persone che ci lavorano. La scultura modulare si scompone per venire utilizzata in un’altro modo, è come se nel momento in cui cercassimo di capire come è formata quest’opera concettualmente la nostra speculazione si facesse materiale e letteralmente smantelliamo l’opera per poi utilizzarla nella nostra maniera.
Quando i singoli veicoli vengono rimossi e riportati nuovamente a Kora, al parco resta installato il sistema di ancoraggio che hai progettato. Questo non è solo un residuo dell’opera come potrebbe sembrare ad un primo livello di osservazione ma, come mi dicevi nei giorni della tua residenza, un elemento astratto e di continua trasformazione di quel luogo. Un elemento che ci costringe come spettatori ad abbandonare le consuetudini di fruizione e attraversamento dello spazio mantenendo un atteggiamento di ripensamento di quel luogo. Credo che questo sia un elemento specifico della tua pratica artistica. Pensi che l’arte abbia ancora la capacità di trasformare lo sguardo collettivo? E in che modo?
Sicuramente l’arte può trasformare lo sguardo, non sono sicura che esista uno sguardo collettivo, ogni sguardo è singolare, individuale e può cambiare dall’incontro con una persona, un libro, un racconto e alcune opere d’arte visiva. I sistemi di ancoraggio che restano al parco sono delle forme geometriche che escono dalla pozzelle, visivamente mi piaceva l’idea della fuoriuscita di qualcosa. Inoltre volevo idealmente proseguire l’utilizzo delle pozzelle come struttura di sostegno.
Abbiamo immaginato, tra la fase di residenza e quella di produzione e installazione, strumenti di mediazione da condividere con le scuole per raccontare il progetto e invitare i bambini a partecipare durante le attività. Questa è solo una delle modalità possibili per sensibilizzare un pubblico creando un sentimento di attenzione e cura. Cosa significa per te prendersi cura di qualcosa?
Così come di ogni pozzella si prendeva cura una famiglia, ogni lettera di Organism sarà affidata a dei bambini e alle loro famiglie che potranno prendersene cura per utilizzarla quante più volte possibile. Sarà una scultura giusto per il tempo prima di prenderla in prestito e subito dopo si trasformerà in un gioco e un mezzo di trasporto per persone e libri. Credo che prendersi cura di qualcosa significa utilizzarla, metterla in uso.
Crediti
Opera prodotta da Ramdom nell’ambito del programma di residenze Ogni casa è un Villaggio all’interno del progetto Il Borgo del Contemporaneo, progetto del Comune di Castrignano de’ dei Greci finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU Misura 2.1 del PNRR “Attrattività dei Borghi”
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