Mostra personale di Bekhbaatar Enkhtur
A cura di Ramdom (Claudio Zecchi e Paolo Mele)
KORA - Centro del Contemporaneo (Castrignano de' Greci, Italy)
Oasis è il progetto di espostivo di Bekhbaatar Enkhtur (Ulanbaataar, Mongolia, 1994), il primo dei quattro artisti ospitati all’interno di A Sud Di Marte, un piano di residenze artistiche a cura di Ramdom (Claudio Zecchi e Paolo Mele), realizzato in collaborazione con Fondazione Elpis, che avrà luogo presso gli spazi di KORA – Centro del Contemporaneo da aprile 2022 a febbraio 2023.
Il progetto s’inserisce all’interno di una riflessione più ampia che Ramdom sviluppa da anni sul concetto di margine; una riflessione attraverso la quale si prova a rimettere in discussione la nozione di centro.
Nello specifico A Sud di Marte intende portare alla luce la visione di un Sud inteso non solo come luogo ricco di complessità ma anche come opportunità per l’attivazione di uno sguardo obliquo capace di sollecitare costanti interrogativi.
Il titolo del programma prende ispirazione dal pianeta rosso che nell’immaginario collettivo ha sempre rappresentato il luogo altro per eccellenza, un’utopia a cui approdare, l’annuncio di qualcosa che è ancora da compiersi ma il cui accadimento è sempre più prossimo.
La riflessione di Enkhtur nasce dall’incontro con suggestioni visive, riferimenti e immagini proprie della cultura nomade e della sua terra di origine, la Mongolia, ma si lascia suggestionare dall’esperienza vissuta durante la residenza a Castrignano de' Greci.
Oasis si formalizza in un corpo di lavori di natura scultorea che prende spunto dal resoconto di viaggio di un religioso e missionario fiammingo, nonché esploratore, intitolato “The journey of William of Rubruck to the eastern parts of theworld (1253-55)”. Testimonianza storica della prima esplorazione di un europeo
nella Mongolia del 13° secolo, il libro di William di Rubruck ci parla del viaggio come quel movimento che compiamo quando andiamo verso l’altro, inteso come ciò che non si conosce, che non si possiede e che, in quanto tale, ci invita a farsi raggiungere.
Quando la sete di conoscenza ci spinge al cammino, l’altro da scoprire può essere, anche, una terra più o meno vicina: Castrignano negli occhi di un artista che viene da una cultura lontana, o Marte – anzi il Sud di Marte – per chi è disposto a decentrare un po’ lo sguardo rispetto ad un punto di vista consolidato.
Questo testo è l’origine del viaggio immaginifico dell’artista Bekhbaatar Enkhtur, un viaggio che mette insieme due luoghi molto importanti della storia di Castrignano – Palazzo de Gualtieriis e il parco delle Pozzelle – legandoli in un unico percorso fantastico.
In linea con la sua pratica artistica, le opere sono concepite come interventi temporanei: l’uso di materiali organici, come la cera d’api, le condurrà ad un naturale decadimento e scomparsa nel corso del tempo.
Allo stesso modo anche l’Oasi è uno spazio temporaneo destinato a scomparire: al limite tra realtà e finzione è uno spazio che esiste finchè qualcuno riesce a immaginarlo ma necessario per attraversare il deserto e proseguire il viaggio. Uno spazio che si lascia abitare da chiunque lo incontri sulla sua via,
giusto il tempo necessario a porsi delle domande e riprendere il percorso alla ricerca delle risposte.
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Oasis is a sculptural body of works inspired by the travel report of a Flemish religious, missionary, and explorer, William of Rubruck, entitled The Journey of William of Rubruck to the Eastern Parts of the World (1253-55). Historical testimony of the first exploration of a European citizen in Mongolia in the 13th century, the book is a survey of the journey to be intended as that movement towards another here understood as the unknown, as what is not possessed as an invitation to something to be reached.
This text is the starting point of the imaginative journey of artist Bekhbaatar Enkhtur, a journey that brings together two very important places in the history of Castrignano de' Greci – Palazzo de Gualtieriis and the Parco delle Pozzelle – linking them in one fantastic path.
Following the trajectory of his artistic practice, the works are conceived as a temporary intervention: the use of organic materials, such as beeswax, will lead to natural decay and disappearance over time.
In the same way, the Oasis is also a temporary space destined to disappear: at the limit between reality and fiction, it is a space that exists as long as someone can imagine but fundamental to cross the desert and continue the journey. A space that can be inhabited by anyone who encounters it on its way just long enough to make questions and restart the journey in search of answers.
Bekhbaatar Enkhtur ha studiato scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, città in cui vive. È stato artista in residenza al Mambo, Bologna, a Manifattura Tabacchi, Firenze, alla Fondazione Lanfranco Baldi, Pelago e a Dolomiti Contemporanee, Borca di Cadore. Tra le mostre recenti, le personali: Cambio della guardia, Localedue, Bologna, 2021; Tsam, Marktstudio, Bologna, 2021; Zuult (Una boccata d’arte),
Borgo Val Belluna, 2020. E le collettive: Il rituale del serpente, Ex Convento di San Francesco, Bagnacavallo, 2021; Room 114 XY, Car Drde, Bologna, 2019
*Tutte le fotografie courtesy Alice Caracciolo
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