Idee, ipotesi, assunti, oggetti / Ideas, Hypothesis, Assumptions, Objects

Mostra personale / Solo show by Emilio Vavarella

A cura di / Curated by Ramdom (Claudio Zecchi e Paolo Mele)

Gagliano del Capo (Lecce, Italy)






rs548049170_1_69869_TT (The Other Shapes of Me) è un progetto di Emilio Vavarella curato e prodotto da Ramdom nell’ambito della VI edizion­­e di Italian Council (2019), programma di promozione di arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il Turismo.

II titolo fa riferimento alla prima riga di testo risultante dalla genotipizzazione del DNA dell’artista. Il lavoro consiste in una traduzione, effettuata dalla madre dell’artista attraverso processi analogici e digitali, del codice genetico in tessuto, usando una delle prime macchine computazionali moderne: il telaio Jacquard. Il risultato finale è un’opera monumentale composta da un tessuto, un telaio e un video che dall’autunno del 2020 entrerà a far par parte della collezione permanente del MAMbo — Museo d’Arte Moderna di Bologna.

La mostra di Gagliano del Capo (Lecce, Italia), che apre il 31 luglio e chiude il 13 settembre 2020, è la prima di un ciclo di diverse esposizioni e presentazioni internazionali. Processo e ricerca saranno al centro di questa esposizione che darà modo ai visitatori di entrare in un archivio di idee, ipotesi, errori, assunti, oggetti e immagini costruiti in progress. Una Wunderkammer in cui oggetti relativi alle discipline che alimentano l’opera finale diventano complementari ed entrano in dialogo tra di loro. Una mostra che ci rivela quanto la storia dell’uomo e della tessitura siano intrecciate tra loro da secoli e che, al contempo, ci svela l’importanza della macchina Jacquard nella storia dell’evoluzione tecnologica non solo nella tessitura, ma anche nell’informatica.

Suoni, macchine, schede perforate, codici, libri tecnici, ritagli di giornale che annunciano la rivoluzione tecnologica nel mondo dell’industria tessile, sono il cuore della mostra. La dimensione artigianale, l’alta formazione delle maestranze, sono invece attraversate dalla presenza di libri di scuola, taccuini di appunti e disegni tecnici realizzati a mano ed estremamente dettagliati provenienti dal laboratorio Castiglioni di Busto Arsizio (Varese, Italia). Le fotografie di scena scattate durante la realizzazione del video che compone l’opera di Vavarella, il codice genetico dell’artista e i ritagli di tessuto s’integrano con tutti gli altri elementi annunciando e rimandando all’opera finale.

Durante il periodo di mostra sono previste visite guidate presso la Tessitura Giaquinto dove è stato realizzato il tessuto che fa parte dell’opera finale.

In occasione dell’apertura della mostra verrà presentata la pubblicazione dedicata al progetto edita da MOUSSE. Questa si offre come uno strumento di lettura, un dispositivo e un’estensione della ricerca, dell’approccio metodologico e dell’opera in sé cercando di rispondere agli interrogativi che essa alimenta attraverso il contributo di professionisti ed esperti in varie discipline dall’arte alla filosofia, dalla biologia all’informatica, dall’economia all’artigianato. Tra questi: Lorenzo Balbi, George M. Church, Francesco Giaquinto, Ellen Harlizius-Klück, Sabine Himmelsbach, Stephen Monteiro, Paolo Mele, Carla Petrocelli, Davide Quadrio, Eugene Thacker, Ed Regis, Emilio Vavarella, Devin Wangert, Ursula Wolz, Claudio Zecchi.
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rs548049170_1_69869_TT (The Other Shapes of Me), winner of the VI edition of Italian Council, program to promote Italian contemporary art in the world by the Directorate-General for Contemporary Creativity of the Italian Ministry of Cultural Heritage and Activities and Tourism, is a new project by artist Emilio Vavarella, curated and produced by Ramdom

The title refers to the first line of text resulting from the genotyping of Vavarella’s DNA. The work is based on the translation of his genetic code in a large fabric, through the labour of his mother, using one of the first modern computational machines: the Jacquard loom. The result is a monumental work composed of a fabric, a loom and a video, that will become part of the permanent collection of MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – in autumn 2020.

The exhibition in Gagliano del Capo (Lecce, Italy), which opens on July 31 and closes on September 13, 2020, is the first of a series of international exhibitions and presentations that revolve around this work. The exhibition focus will be on the artistic process and research that underlies the project. Visitors will have the opportunity to browse an archive of ideas, hypotheses, errors, assumptions, objects and images: a physical network of artifacts in which the objects and ideas that inform Vavarella’s work are put in dialogue with one another.

A particular focus of the exhibition will be the relation between artistic research, weaving, information technologies, labour and media developments. Industrial machines, punched cards, codes, sound recordings and newspaper clippings will be at the heart of the physical exhibition. The artisanal dimension and the training of textile workers will emerge from a set of school books, notebooks and handmade technical drawings from the historical Castiglioni laboratory in Busto Arsizio (Varese, Italy). The exhibition also includes backstage photographs taken during the video documentation of the production process, and guided tours to the Tessitura Giaquinto, where the fabric that is part of the final work was produced.

Finally, a book dedicated to the project and published by MOUSSE will be presented during the opening of the exhibition. The book, edited by Emilio Vavarella, Claudio Zecchi and Paolo Mele, highlights and extends the scope of the project through the contributions of fifteen thinkers and ­­­practitioners from the fields of art, philosophy, bioengineering, media theory, and the history of science and technology, among which: Lorenzo Balbi, George M. Church, Francesco Giaquinto, Ellen Harlizius-Klück, Sabine Himmelsbach, Stephen Monteiro, Carla Petrocelli, Davide Quadrio, Eugene Thacker, Ed Regis, Devin Wangert and Ursula Wolz.

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