Home Sweet Home

esplorazioni dell'abitare

A cura di Paolo Mele, Alessandra Pioselli, Davide Quadrio, Claudio Zecchi 

KORA - Centro del Contemporaneo







     

“Home Sweet Home” è la mostra d’inaugurazione del KORA – Centro del Contemporaneo recentemente aperto presso Palazzo de Gualtieris a Castrignano de’ Greci (Puglia, Lecce).

La mostra è una riflessione sul tema della casa intesa non solo come luogo dell’abitare ma anche come percorso di vita, luogo da cui nascono e si sviluppano relazioni. Qui lo spazio diventa quindi luogo d’incontro, sorpresa e cambiamento, dove oltre 30 tra progettualità e artisti da tutto il mondo confluiscono in un dialogo serrato e in costante evoluzione.

“È morta Lastation, Viva Lastation è stato l’ultimo grido con cui Ramdom ha lasciato la casa che l’ha ospitata dal 2014 al 2020. Lastation, letteralmente la casa dell’ex capostazione dell’ultima stazione ferroviaria a sud-est d’Italia, è stata da sempre luogo di ospitalità, dibattito, ricerca e produzione culturale per artisti, curatori, ricercatori o semplici appassionati che nel tempo sono venuti a trovarci. Qui Gianni D’Urso, ultimo artista in residenza, ha realizzato un’opera dal titolo Home Sweet Home che, se da una parte è un saluto alla casa che Ramdom ha dovuto lasciare, dall’altro è una riflessione amara sulla migrazione giovanile: una sorta di “migrazione al contrario” dove il “ritorno al nido materno” non rappresenta solo il ritrovarsi in un posto “sicuro”, ma può rivelarsi come l’esatto opposto.  

A partire da questo spunto e da quello che è diventata oggi la casa – luogo di intimità ma allo stesso tempo luogo di lavoro; luogo dell’abitare e percorso di vita, di relazioni ed ospitalità; luogo di ibridazione delle mansioni e quindi non più solo e necessariamente luogo di ristoro – la casa risponde anche a una dimensione psicologica alterata che impone la definizione di un nuovo linguaggio e di nuovi immaginari che si muovono nella discontinuità piuttosto che nella continuità storica imponendo così una nuova funzione istituente.    

Home Sweet Home intende, inoltre, essere una proposta, un’ipotesi, l’espressione di una metodologia di lavoro cross-generazionale, cross-mediale e multidisciplinare che, sulla base di formati differenti, modulari e in costante dialogo tra di loro, ambisce progressivamente a diventare una modalità di sentire e pensare la creazione artistica.

Oltre alla partecipazione degli artisti, la mostra – che inaugura il 23 luglio 2021 ed occuperà gli spazi del KORA senza avere una data di chiusura stabilita – vede la partecipazione di progettualità nazionali e internazionali con uno sguardo specifico al cosiddetto Sud del mondo. Tali spazi sono promotori di progetti di recupero e di rilettura dei luoghi e dei territori che abitano; sono espressione di inclusività e in molti casi sono localizzati in aree interne e rurali del Centro-Sud Italia, nel bacino del Mediterraneo e Atlantico.

Home Sweet Home è quindi un processo di riflessione e creazione in divenire, che passa attraverso un’evoluzione costante. Un progetto in cui lo spazio diventa luogo d’incontro, sorpresa, e cambiamento. Home Sweet Home è agorà, luogo di confluenza tra i progetti e gli artisti presentati; luogo di dialettica e scoperte. 

Affinché questo avvenga, l’allestimento, che ruota attorno ad un dispositivo appositamente disegnato dalla designer Jessica Gastaldo, cambierà nel corso del tempo con l’integrazione di nuovi artisti o progettualità diventando così una vera e propria piattaforma di creazione e di pensiero. 

La mostra fa da cornice, nel corso dei mesi, ad un intenso programma di videoproiezioni, performance e visite guidate.

Ogni martedì alle 21.00 KORA ospiterà la proiezione di un film di un artista contemporaneo che, da prospettive differenti ragiona sul tema dell’abitare. Si parte il 27 luglio: la corte del palazzo vedrà la proiezione della trilogia “Avalanche” dell’artista spagnolo Carlos Casas accompagnata da una performance live, realizzata in collaborazione con il compositore Donato Epiro.

Ogni giovedì alle 19.00 e fino al 29 di agosto, una serie di viste guidate per famiglie: un percorso differenziato tra le opere della mostra diviso tra genitori e figli. La prima visita guidata si terrà il 29 luglio.

Artisti selezionati (in progress)

Andrea Anastasio * Yu Araki * Elena Bellantoni * Carlos Casas * Casa a Mare * DAAR (Decolonizing Architecture Art Research) * Gianni D’Urso * Formafantasma * Fernanda Fragateiro * Ishu Han * Eva Hide * Alfredo Jaar * KairUrs * Leticia Lampert * Tatiana Macedo * Elena Mazzi * Neri & Hu * Liliana Ovalle * Parasite 2.0 * Jacopo Rinaldi * Emilio Vavarella * Zimmerfrei

Progetti selezionati (in progress)

*A cielo aperto (Latroinco, Basilicata) * Guilmi Art Project (Guilmi, Abruzzo) * Isola delle Femmine * Kunsthalle Lissabon (Lisbona, Portogallo) * La rivoluzione delle seppie (Belmonte Calabro, Calabria) * Liminaria (Fortore, Campania) * P.E.T. (Atene, Grecia) * Pollinaria (Civitella Casanova, Abruzzo) * Sakya (Ramallah, Palestina) * Sursock Museum (Beirut, Libano) * Uma Certa falta de Coerncia (Porto, Portogallo) * Limiti Inchiusi (Campobasso, Molise) 

PROGRAMMAZIONE DEGLI EVENTI COLLATERALI

Videoprogrammazione

27 Luglio: CARLOS CASAS

artista e regista spagnolo la cui pratica comprende il cinema, il suono e le arti visive. I suoi film sono stati proiettati e premiati in festival di tutto il mondo, come il Festival del Cinema di Venezia, l’International Film Festival Rotterdam

AVALANCHE – Proiezione film e performance live, senza dialoghi. Avalanche (ouverture) è un viaggio introduttivo di 59 minuti: in questo paesaggio il film e la sua musica sono alla ricerca di un rapporto continuo, un’esperienza fisica oltre che mentale, che vuole trasportare lo spettatore in uno stato di galleggiamento

3 Agosto: ZIMMERFREI

Il collettivo ZimmerFrei è stato fondato a Bologna nell’anno 2000, ZimmerFrei combina linguaggi diversi e spazia tra film documentari e videoarte, installazioni sonore e ambientali, serie fotografiche, performance, laboratori partecipativi e installazioni nello spazio pubblico.

DOMESTIC EXILES – video della durata di 40 minuti, è stato girato a Bologna, come un unico piano sequenza che collega stanze alle stanze. Un lungo shooting integrale attraversa interni vuoti, passando da una stanza all’altra come una sequenza continua. Le stanze sono vuote, ma le persone sono lì, proprio dietro l’angolo, nell’altra stanza, fuori dall’inquadratura.

17 Agosto: YU ARAKI

È un artista giapponese, selezionato come uno dei 21 artisti per il Future Generation Art Prize ospitato dalla Fondazione Victor Pinchuk a Kiev, Ucraina nel 2019. Attualmente vive e lavora a Tokyo.

HONEYMOON – durata 29’40”, è un video in lingua giapponese con sottotitoli in inglese. Ambientato in una fittizia base lunare, il video riesamina e reinterpreta la scena del matrimonio di Madama Butterfly. B. F. Pinkerton siede nella posizione di seiza ( ), il tradizionale modo di sedersi in ginocchio sul pavimento e le gambe piegate sotto le cosce.

24 Agosto: TATIANA MACEDO

Visual Artist, Filmmaker e Researcher . Vive e lavora a Lisbona (Portogallo)

SEEMS SO LONG AGO NANCY- durata di 45 minuti, girato alla Tate Modern e alla Tate Britain di Londra nel corso di tre mesi, il film oscilla tra il soggetto di Gallery Assistant e gli spazi architettonici neoclassici e post-moderni che occupano questi musei.

INFO

Ramdom/HomeSweetHome

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Home Sweet Home

Ogni altro suono. 



La musica contemporanea incontra la tradizione popolare.

Un progetto prodotto da Ramdom. Direzione artistica di Donato Epiro.

Evento Facebook 

La mostra “Home Sweet Home – esplorazioni dell’abitare” incontra la musica. “Ogni altro suono” è una rassegna di performance live che vede protagonisti artisti nazionali e internazionali che dialogano tra loro, creando un ponte fra la tradizione musicale popolare e le diverse incarnazioni della sperimentazione in ambito sonoro. I musicisti sono invitati ad interagire con gli spazi di Kora valorizzandone l’assoluta unicità tramite interventi sound specific da realizzare all’interno delle diverse stanze e ambienti.

Al programma musicale live si affianca la produzione di podcast che resteranno come traccia di un dialogo intimo e informale tra gli artisti.

PROGRAMMA EVENTI

Massimo Carozzi – Gaspare Sammartano 

3 settembre, 21.30

Giovanni Di Domenico – Donatello Pisanello

26 settembre, 21.30

Enrico Malatesta – Luca Tarantino

16 ottobre, 21.30

Emiliano Maggi

31 ottobre, 21.30

Maria Valentina Chirico – La Cantiga de la Serena

1 novembre, 21.30

Giovanni Lami – Raffaella Aprile 

13 novembre, 21.30

Stefano Pilia – Enza Pagliara e Dario Muci

4 dicembre, 21.30

Francesco Cavaliere – Elettro Mascarimirì.

18 dicembre, 21.30

Il programma è sostenuto dal FUS – Fondo unico dello spettacolo del Ministero della Cultura.

Un progetto prodotto da Ramdom con la Direzione artistica di Donato Epiro, con il sostegno del Ministero della Cultura Direzione Generale Spettacolo .

Partner di progetto: Conservatorio Tito Schipa di Lecce, Liceo Musicale “Leonardo da Vinci” di Maglie, Comune di Castrignano de Greci.

INFO

Ramdom/Ognialtrosuono

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Home Sweet Home – esplorazioni dell’abitare, mostra a cura di Alessandra Pioselli, Davide Quadrio, Paolo Mele e Claudio Zecchi, giunge al suo terzo ed ultimo allestimento con l’ingresso di nuovi artisti come Patrick Tuttofuoco, Céline Condorelli, Tzubasa Kato e progettualità come Harebel.

La mostra, che si concluderà il 1 luglio, è stata l’occasione per sperimentare una modalità di lavoro ed elaborare, nel corso di un intero anno, una riflessione complessa e articolata sul tema dell’abitare partendo dalla casa come espediente narrativo.

Attraverso i tre diversi allestimenti che si sono alternati nel tempo la mostra, che inaugurato a luglio 2021, si caratterizza per essere stata pensata come un processo di riflessione e creazione in divenire. Un processo che passa attraverso un’evoluzione costante e un corpo che si è ridefinito nel tempo diventando spazio d’incontro, sorpresa e cambiamento nonché luogo di dialettica e scoperte.

Se con i primi due allestimenti si è cercato di raccordare la precedente esperienza di Ramdom con Lastation a partire dall’opera di Gianni D’Urso che da il titolo all’intera mostra, il terzo prova a definire i confini della nuova abitazione – KORA-Centro del Contemporaneo spazio coabitato con Muta, PazLab e Doc Servizi – cercando di sollevare interrogativi sulla dimensione istituente e contestualmente spostare l’attenzione su quelle opere che, in maniera più o meno diretta, si relazionano col territorio mettendo le pratiche partecipative e le relazioni al centro della loro indagine.

È il caso di Black Snake dell’artista Tsubasa Kato, di Tools for Imagination di Céline Condorelli e di Calypso e Laelia di Patrick Tuttofuoco.

Attraverso una performance collettiva, Kato ci racconta infatti come per raggiungere un obiettivo comune è necessario lo sforzo di tutti. Le dimensioni e la pesantezza dell’oggetto che si vedono nel video rivelano quindi i limiti fisici di qualsiasi persona che cerchi di spostarlo da solo.

Tools for Imagination, opera premiata nel 2020 con l’8.a edizione dell’Italian Council e presentata per la prima volta nella sua interezza presso KORA, è invece un’ampia e articolata riflessione sul tema del tempo libero e della sua evoluzione a cavallo di fenomeni ben precisi avvenuti in momenti storici diversi: industrializzazione, urbanizzazione, la rivoluzione del lavoro, l’avvento della società di massa.

L’opera finale, entrata a far parte della collezione del MACRO (Roma), si configura come un playgroundcomposto da diversi elementi: un tappeto (Left out in the Rain) una seduta (Spatial Composition 13), un display (rocce dal titolo A Lot for a Little) e infine un film (After Work) realizzato con l’artista e regista Ben River e lǝ poetǝ Jay Bernard.

Il film, in particolare, registra il lavoro invisibile che si cela dietro la produzione di queste opere, dal fabbro alla cava da cui vengono estratti i massi per il playground, in modo da documentare tutto il lavoro materiale e collettivo al di là dell’opera stessa.

Le opere di Patrick Tuttofuoco, maschere realizzate in ceramica dalla forma simile a petali, attivano attraverso un linguaggio enigmatico ed ironico una relazione emozionale con il pubblico fissando lo spettatore dall’alto di un grezzo supporto metallico.

La mostra trova infine una sua connotazione specifica nell’ospitare, come dice Alessandra Pioselli “spazi, progetti e residenze per artisti raccontati attraverso materiali di documentazione e opere che rappresentano una selezione delle esperienze localizzate nel Sud d’Italia, nell’area atlantica e nel Mediterraneo”. Esperienze che, dice ancora Pioselli, “sostengono pratiche che si sviluppano in modo interdipendente rispetto ai contesti territoriali in cui sono state avviate”.

È il caso di Harabel, spazio che si concentra sulla promozione dell’arte contemporanea e che ha istituito il più grande archivio aperto di artisti in Albania.

Home Sweet Home è la prima di un ciclo di mostre che da qui ai prossimi anni continueranno a riflettere sul tema dell’abitare intercettando grandezze e latitudini differenti: il villaggio prima e il Mediterraneo poi.

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Home Sweet Home – exploring living spaces, exhibition curated by Alessandra Pioselli, Davide Quadrio, Paolo Mele and Claudio Zecchi, reaches its third and last installation with the entry of new artists such as Patrick TuttofuocoCéline CondorelliTzubasa Kato and a project like Harebel.

The exhibition, which will run until the 1st of July, was the occasion to experiment a modality of working and elaborate, over the course of an entire year, a complex and articulated reflection on the theme of inhabiting, starting from the home as a narrative expedient.

Through the three different installations that have alternated over time, the exhibition, which inaugurated in July 2021, has been conceived as research in-progress which passed through constant redefinition over time, becoming thus a space for meeting, surprise and change as well as a place for dialectics and discoveries.

The first two installations tried to link Ramdom’s previous experience with Lastation starting from the work of Gianni D’Urso who gives the title to the entire exhibition. The third tries to re-define the boundaries of the new home – KORA- Contemporary Arts Center a space co-inhabited with Muta, PazLab and Doc Servizi – trying to raise questions about the institutional dimension and at the same time shift attention to those works that relate to the territory by putting participatory practices and relationships to the center of their investigation.

This is the case of Black Snake by artist Tsubasa Kato, of Tools for Imagination by Céline Condorelli and of Calypso and Laelia by Patrick Tuttofuoco.

Through a collective performance, Kato tells how everyone’s effort is necessary to reach a common goal. The size and heaviness of the object seen in the video therefore reveal the physical limits of any person who tries to move it alone.

Tools for Imagination, a work awarded in 2020 with the 8th Edition of the Italian Council and presented for the first time in its entirety at KORA, is a wide-ranging and articulated reflection on the subject of free time and its evolution in the midst of very precise phenomena that manifested in different historical moments: industrialization, urbanization, the labor revolution, the advent of mass society.

The final work, which is part of the MACRO collection (Rome), is configured as a playground, and a large cumulative installation consisting of several elements: a carpet (Left out in the Rain) and seating (Spatial Composition 13), a display (rocks entitled A Lot for a Little), and a film (After Work) made with artist and film maker Ben River and poet Jay Bernard.

The film in particular documents the invisible labor behind the production of these works, from the blacksmith to the quarry from which the boulders for the playground are extracted, in order to gather all the material and collective work behind the work itself.

The work by Patrick Tuttofuoco, two masks made of ceramic similar to petals, stare at the spectator from the top of a rough metal support activating an emotional relationship with the public.

The exhibition finally finds its specific connotation in hosting, as Alessandra Pioselli state “spaces, projects and artists’ residencies narrated in the exhibition through documentation materials and works represent a selection of experiences located in Southern Italy, the Atlantic area and the Mediterranean”. Experience that, still state Pioselli, “support practices that are strictly connected with the territorial contexts in which they were initiated”.

This is the case of Harabel, a space that focuses on the promotion of contemporary art and which has established the largest open archive of artists in Albania.

Home Sweet Home is the first of a series of exhibitions that will continue to reflect on the theme of hinabiting in the next few years, intercepting different sizes and latitudes: the village first and the Mediterranean later.

Artists: Andrea Anastasio; Celine Condorelli; Gianni D’Urso; João Enxuto e Erica Love; Ishu Han; Isola delle Femmine; Tzubasa Kato; Elena Mazzi; Jacopo Rinaldi; Ivana Spinelli; Patrick Tuttofuoco

Projects: A Cielo Aperto (Latronico, Basilicata); Britto Arts Trust (Dhaka, Bangladesh); Dar Yusuf Nasri for Art and Research (Bethlehem, Palestina); GuilmiArtProject (Guilmi, Abruzzo); Harabel Contemporary (Tirana, Albania); Kunsthalle Lissabon (Lisbon, Portugal); Musèe Sursock (Beirut, Lebanon); Sakiya (Ramallah, Palestine); Uma Certa Falta de Coerencia (Porto, Portugal).

INFO

Ramdom/Homesweethome3