Masterclass in residence
A cura di Ramdom (Claudio Zecchi e Paolo Mele)
Con il titolo di Floating Island, Default giunge quest’anno alla sua 6a edizione.
In coerenza con il programma artistico 2022-2023 di Ramdom, la masterclass intende interrogarsi sul tema dell'abitare a partire dalla prospettiva del di un piccolo villaggio in un'area liminale, ribaltando i sui limiti in punti di forza.
Alla base teorica della proposta l’indagine sulla possibile spinta utopica che risiede nei “movimenti marginali” e sul lavoro collettivo (o attivato collettivamente) sollecitato da due testi: “Utopie realizzabili” (1974) di Yona Friedman e “Aldilà delle isole galleggianti” di Eugenio Barba.
Scrive Eugenio Barba: "[...] Questo paese mi è a lungo apparso come un arcipelago. E le sue isole come isole galleggianti. Ho usato un paragone storico: un episodio minore della storia del Nuovo Mondo raccontata da uomini che abbandonarono la sicurezza della terraferma per condurre una vita precaria di isole galleggianti. Per rimanere fedeli ai loro desideri, costruirono villaggi e città, oppure misere dimore con un pugno di terra per orto, lá dove sembrava impossibile costruire e coltivare qualcosa: sull'acqua e nelle correnti. Erano uomini che, o per necesssità personali, o perchè costretti, sembravano destinati ad essere asociali e riuscirono a creare altri modelli di socialità. L'isola galleggiante è l'incontro terreno che puù perdersi sotto i piedi, ma che può permettersi l'incontro, il superamento dei limiti personali.
Ma aldilà delle isole galleggianti, cosa esiste? Che cosa o chi s'incontra?
Le isole galleggianti sono quindi una sorta di utopia che, con le parole di Yona Friedman, potremmo definire relaizzabile: "credere in un'utopia ed essere contemporaneamente realisti non è una contraddizione, <<un'utopia è, per eccellenza, realizzabile>> a condizione di ottenere il necessario consenso collettivo perchè un'utopia imposta con la forza non è più tale".
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Under the title Floating Island, Default reaches this year is 6th edition.
Coherently with the 2022-2023 artistic program of Ramdom, the masterclass is aiming at investigating the concept of inhabiting by the standpoint of a small village and liminal area switching its limits into strength.
At the theoretical basis of the proposal, the investigation into the possible utopian thrust that resides in “marginal movements” and collective (or collectively activated) work starting from two texts: “Realizable Utopias” (1974) by Yona Friedman and “Aldilà delle isole galleggianti” (“Beyond floating islands”) by Italian theater director Eugenio Barba.
Eugenio Barba writes: “[…] This town has long appeared to me as an archipelago. And its islands are like floating islands. I used a historical comparison: A minor episode in the history of the New World tells of men who fled to the safety of the mainland to lead a precarious life on floating islands. To remain faithful to their wishes, they built villages and cities, or miserable homes with a handful of land for gardens, where it seemed impossible to build and cultivate something: on water and in currents. They were men who, either out of personal necessity or because they were forced to, seemed destined to be anti-social and managed to create other models of sociality. The floating island is the earthly encounter that can get lost under your feet, but that can allow the encounter, the overcoming of personal limits.
But beyond the floating islands, what exists? What or who do you meet?”.
Floating islands are thus a sort of utopia that, in the words of Yona Friedman, we could define as achievable: “believing in a utopia and being realistic at the same time is not a contradiction,” a utopia is, par excellence, achievable “on condition to obtain the necessary collective consent because a Utopia imposed by force is no longer such”.