A Sud di Marte

Un progetto a cura di Ramdom con la collaborazione di Fondazione Elpis



Su Marte e la sua vita si è sempre fantasticato molto: dalla fine dell’Ottocento ha stimolato l’inventiva di scrittori, romanzieri, cineasti, musicisti e artisti in genere. Nell’immaginario collettivo il pianeta rosso ha sempre rimandato a qualcosa di lontano, qualcosa che deve essere scoperto ma che oggi è sempre più vicino. 
Marte è quindi l’annuncio di qualcosa che da una parte deve ancora del tutto compiersi, e per questo conserva una forte spinta utopica, mentre dall’altra il suo accadimento è sempre più prossimo. 
Perseverance, la sonda partita in missione nel luglio del 2020, ha come obiettivo quello di fornirci tracce di vita primordiale sul pianeta rosso e acquisire conoscenza sulla sua storia. Nell’assolvere alla sua funzione Perseverance ci consegna dati e immagini inedite ma ancor di più genera una tensione dello sguardo in direzioni inaspettate.

Gli artisti invitati per A Sud di Marte sono quindi chiamati a compiere un viaggio verso e nel Sud inteso tanto come luogo geografico quanto come attivazione di uno sguardo obliquo che impone costanti interrogativi: Sud, dunque, come metodologia di lavoro. Un luogo in cui le apparenti debolezze possono essere trasformate in punti di forza, un invito a ribaltare la visione, a rovesciare il paradigma disegnando un immaginario nuovo e radicale. 
Il Sud non è, seguendo questa traccia, solamente un luogo esotico in cui approdare ma, come Marte, una potenziale spinta e incoraggiamento alla tensione utopica; un confine potenzialmente illimitato capace di spostarsi e riformarsi continuamente assumendo contorni e forme sempre diverse; una meta allo stesso tempo lontana e vicina, un viaggio da percorrere verso un luogo altro. 

La transitorietà e la mobilità dello sguardo si traducono, da parte degli artisti, in una residenza della durata di due mesi in cui entreranno in contatto con gli spazi di Palazzo de Gualtieriis, oggi KORA – Centro del Contemporaneo, e del borgo di Castrignano dei Greci (Lecce) dove, lavorando in forme e modalità differenti, delineeranno momenti di sinergia, alterità e ibridazione del in relazione al contesto in cui si troveranno ad operare.

Un’utopia realizzabile, dice Yona Friedman, è solo in apparenza una contraddizione in termini. Credere in un’utopia ed essere contemporaneamente realisti non è una contraddizione, «un’utopia è, per eccellenza, realizzabile» a condizione di ottenere il necessario consenso collettivo, perché un’utopia imposta con la forza non è più tale. 
 
Artisti partecipanti: Bekhbaatar Enkhtur, Agnese Spolverini, Martina Melilli, Matteo Pizzolante

Mostre